TREKKING LUNIGIANA

A piedi alla scoperta della Lunigiana

TREKKING LUNIGIANA

A piedi alla scoperta della Lunigiana

Percorrere il Trekking Lunigiana è un’esperienza davvero unica, ogni metro equivale a un’emozione diretta al cuore. Per non parlare delle sensazioni di pace e serenità che, accompagnate da una profonda e pura ossigenazione, hanno tutte le potenzialità per una completa rigenerazione del nostro stato, sia fisico sia mentale.

Il Trekking Lunigiana

La partenza è ad Aulla, da dove si sale al Castello di Podenzana e al Santuario della Madonna del Gaggio nel comune di Podenzana, per poi aggirare il Monte Croce del Bastione e scendere ad attraversare la selvaggia valletta del Cisolagna. I borghi di Meredo e Novegigola precedono il guado del Torrente Pénolo, oltre cui, tra campi e coltivi, s’arriva al caseggiato di Groppo. La successiva salita alla vicina Sella del Monte Piaggia ci sposta verso la Valle dell’Osca, dove dimorano i desolati agglomerati di Ortigaro e Camporella, mentre sulla sponda opposta il TL s’inoltra nei fascinosi caseggiati di Amalia di Baviera (Castello) e Villecchia, nel Comune di Tresana.

Percorrendo la chimerica e tormentata Provinciale 23 si raggiunge Parana, nel comune di Mulazzo, sul versante meridionale della Valle del Mangiola, a un passo dal paese dei librai: Montereggio, posto tappa numero tre. Una comoda salita sul pendio del Monte Carbone ci fa guadagnare la Foce della Fiscala, da dove ci si abbassa verso l’incredibile nucleo fantasma di Ca’ Gaggioli, raggiungibile solo per mulattiera, in un clima selvaggio davvero unico. Da qui, con possibili problematiche legate all’orientamento, saremo messi a dura prova nell’affrontare i numerosi arditi valloncelli che precedono e poi proseguono oltre il guado (a piedi nudi) del Torrente Orsara.

Il nuovo versante è quello del Teglia, con immagini uniche sfoggiate dall’impetuoso torrente vallivo, poi, oltre un paio di antichi ponti romani, ci si adagia negli sconfinati pascoli di Zeri, punteggiati da attivissimi allevamenti che originano prodotti di marchio DOP. Rossano e Coloretta ci riportano a contatto con la gente, poi, oltre il guado del Gordana (originario degli Stretti di Giaredo), ecco il raccolto e affascinante borgo di Noce, ultimo nucleo prima della lunghissima salita che conduce all’antico e dismesso sito pastorale di Formentara, ricco di storie e tradizioni.

Il passaggio al Comune di Pontremoli avviene attraverso le magnifiche foreste di faggio del Piano degli Altari e del Monte Africo, da dove con un lunghissimo cammino su pista forestale si oltrepassano alcune località con capanne e casette prima di tuffarsi nella fredda valletta del Darnia, a pochi passi dal posto tappa di Cervara, a oltre settecento metri di quota.
Con l’ingresso nella Valle del Verde, rinomata per i funghi, ci si accorge di un netto cambio morfologico del trekking, sicuramente meno ostile (nel senso buono), più antropizzato: Grondola e Villavecchia ne sono esempi, così come il territorio di Succisa, per molti anni patria del fungo e del cinghiale.

Da Pollina, con la salita sulla cosiddetta Strada del Madro, si guadagna il Pianello (alta valle del Magriola), pronti a compiere l’importante spostamento sul versante sinistro orografico della Lunigiana, in quel di Montelungo.
Il nuovo sviluppo del TL, ora alle pendici meridionali della catena appenninica dominante con l’Orsaro, il Braiola, il Marmagna, l’Aquila, il Brusà e il Sillara, resta ancora per un po’ nel Comune di Pontremoli, intrufolato nei caseggiati di Cavezzana d’Antena e Groppoli e, oltre il guado del Civasola, in quelli di Previdè e Groppodalosio, quest’ultimo sede di un importantissimo storico ponte romano che salta il neonato Fiume Magra. Sempre con la settima tappa conosceremo Casalina, Toplecca e, oltre il valico della Crocetta, l’arroccato borgo di Arzengio e Cerétoli, ultimo paese nel territorio comunale di Pontremoli prima di accedere in quello di Filattiera. Le vallette del Gorgoglione e dell’Ardondola ci accompagnano al difuori del clima selvaggio per ammorbidirci nei pascoli tra Arnuzzolo e Serravalle, prossimi a tuffarci nella Valle del Caprio, dominata dalla splendida Rocca Sigillina.

Con la nona tappa si fra ingresso nel Comune di Bagnone, infatti, una volta al Passo la Coletta sia con il tracciato ufficiale sia con una variante (migliore) si cala verso il solco del Redivalle per andare a conoscere da vicino buona parte delle piccole frazioni che formano Treschietto, patria della cipolla.

Ambienti sublimi dominati dal castagno e l’incontro con la fauna selvatica sono le principali caratteristiche di questo tratto, il quale, dopo Compione e la Foce del Monte Colla, ci trasferisce nel Comune di Licciana Nardi, direttamente a contatto con la casa natale di Biagio e Anacarsi Nardi, eroi risorgimentali originari di Apella. Lasciato Tavernelle e la bellissima via maestra che l’attraversa, si sconfina nel territorio comunale di Comano, ove a Cattognano, per raggiungere Groppo San Pietro, a monte di Comano, è possibile scegliere tra la via alta del Monte Nueto e quella bassa di Prota.

Proprio a Comano inizia una delle tappe più affascinanti del trekking, prima con i guadi dell’Ardenasso, del Ragadoni e del Luscignano, poi con le visite dei caratteristici nuclei di Torsana e Camporaghena, davvero unici nel genere.

I meravigliosi ed estesi Prati di Camporaghena segnano il trasferimento nel territorio comunale di Fivizzano, sùbito accolti dallo straordinario borgo di Sassalbo, raccolto in una conca alluvionale incisa dal Torrente Rosaro.

La lunghissima tappa successiva è, almeno nella prima parte, molto naturalistica: il Giogo di Vendaso, i Prati di Massicciano e la Valle del Mommio hanno i giusti connotati in merito, poi, dopo il Passo Cadin, si passa in quel di Casola, ove tra storia e coltivi ci si avvicina a Regnano, Montefiore, Pieve di Offiano, Castiglioncello e Vigneta, per concludere proprio in fronte alla caratteristica torre campanaria di Casola.

Rifatto a nuovo, il TL nella quattordicesima tappa sconfina per un breve tratto addirittura in territorio lucchese, amministrato dal Comune di Minucciano, poi, sfiorata la Pieve di San Lorenzo, sale ad Argigliano, dove con un lungo attraversamento boschivo alle pendici occidentali del Monte Cavoli guadagna il crinale di Ugliancaldo. La successiva discesa nella verdeggiante Valle del Lucido finisce col riportarci nel territorio comunale di Fivizzano, qui marcato dai borghi di Equi Terme, Aiola e Monzone, tutti meritevoli per caratteristiche proprie differenti.

La penultima tappa del Trekking Lunigiana, peraltro abbastanza lunga e comunque frazionabile, tocca una serie di frazioncine di discreto interesse, quali Isolano, Terma, Pieve di Viano, Vezzanello, Viano, Cecina e Bardine. Qui, per raggiungere Pulica e Fosdinovo, è possibile sfruttare sia la bella e nuova variante di Marciaso (Sentiero dei Ducati) sia l’originale TL che tocca Posterla e i successivi complessi boschi della Valle del Pesciola.
L’ultima tappa, quella che dal Comune di Fosdinovo riporta in quello di Aulla, è quasi di rilassamento, soprattutto nella prima parte con l’attraversamento dei prati de Le Prade. Al borgo di Ponzanello meglio decidere per la variante alta della Pianaccia per raggiungere il nucleo di Vecchietto, sia per una miglior visione paesistica sia per la complessità dovuta al folto boschivo che, soprattutto tra maggio e ottobre, imperversa sull’originale tracciato del TL.
L’arroccato e fotogenico borgo di Bibola è l’ultima risorsa del Trekking Lunigiana, infatti, in discesa, oltrepassato il Monte della Liccia, in un’ora circa si ritorna al punto di partenza, ossia Aulla.

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